Crocifissioni
Le Corcifissioni rappresentano i soggetti pittorici dove sembra che maggiormente siano rappresentati gli affetti legati alla compartecipazione alla passione di Cristo. Una compartecipazione che riguarda tanto il mondo celeste quanto quello terreno: dagli angeli ploranti, a Maria Maddalena, la Vergine e san Giovanni.
Si propongono alcuni esempi giotteschi, come nel caso della Chiesa di San Gottardo in Corte a Milano, o di pittori trecenteschi che si sono ispirati alla lezione di Giotto, come nell’Abbazia di Viboldone e a Padova con le due Crocifissioni di Altichiero da Zevio, quella della Cappella san Giacomo al Santo e quella all’Oratorio di san Giorgio.















Compianti
Nei compianti, le espressioni del dolore e della compassione per il Cristo morto sono rappresentate nei volti e nei gesti dei personaggi che attorniano il Cristo. Si può notare una evoluzione del tratto giottesco nell’espressione degli affetti dall’esperienza padovana alla Cappella dell’Arena nei primi del Trecento, a quella napoletana presso la Chiesa di santa Chiara nella seconda metà degli anni ’20 del Trecento, in un luogo peraltro specificamente francescano e ispirato dai movimenti degli Spirituali.
Stimmatizzazione
Nelle rappresentazioni della stimmatizzazione di frate Francesco, si può notare l’estatica contemplazione del Serafino-Cristo da parte di frate Francesco. Mosso da compassiva dulcedo e da compassivus dolor, come scrive Bonaventura nella sua Legenda maior, che quasi come un sentimento misto di gioia e dolore conduce Francesco a trasformarsi nelle sembianze dell’oggetto amato, egli arriva ad assumere sulla sua carne l’immagine delle stimmate del Cristo crocifisso.
Il motivo giottesco, visibile fin dall’affresco di Assisi, poi nella Pala di Pisa oggi al Louvre, nella Cappella Bardi di Santa Croce a Firenze e in un affresco che compariva nella Basilica di sant’Antonio a Padova, è poi ripreso a metà Trecento da Taddeo Gaddi, nell’Arbor vitae, così come nella Cappella Loffredo a Donnaregina Vecchia di Napoli, affrescata da un pittore Trecentesco.
Tra i riferimenti bibliografici si segnalano:
- Bonaventura, Legenda maior, in La letteratura francescana, vol. 4 a cura di C. Leonardi, Fondazione Valla, Mondadori, Milano 2013, cap. XIII.
- C. Frugoni, Francesco e l’invenzione delle stimmate. Una storia per parole e immagini fino a Bonaventura e Giotto, Einaudi, Torino 1993.
- E. Dezza, Le stimmate di Francesco come locus philosophicus, in “Doctor Virtualis” 18 (2018), pp. 17-36 (per l’interpretazione teoelogico-filosofica dell’episodio delle stimmate in frati Minori tra Due e Trecento).
- A. Salvestrini, Bellezza minore, da frate Francesco a Bonaventura da Bagnoregio, in “Franciscana” (2023), pp. 171-200.
- A. Salvestrini, Les modes de la compassion entre Bonaventure et la peinture giottesque, in Compassion, pitié, miséricorde (XI-XVII siècles), a cura di Marcello Angheben e Fosca Mariani Zini, Classique Garnier, Paris (pubblicazione in corso).









